Negli anni successivi alla prima guerra mondiale la Rivista del Clero denunciava in tono allarmato la crisi delle vocazioni nei Seminari e negli Istituti Religiosi. Queste le cause: la diffusione di dottrine e ideologie anticristiane; l’affievolirsi del sentimento religioso e dello spirito di sacrificio; un edonismo e un egoismo sempre più diffusi.
E di seguito venivano indicati i rimedi: anzitutto una più trasparente santità dei sacerdoti; un più alto livello morale e spirituale delle famiglie, delle parrocchie e delle istituzioni ecclesiastiche; la crescita di associazioni giovanili come l’Azione Cattolica e i gruppi eucaristici; infine, l’aiuto economico e morale al Seminario e ai seminaristi.
Un po di storia
Come ai tempi della riforma protestante, la Chiesa aveva trovato nella creazione dei Seminari uno dei più validi e fondamentali supporti alla rinascita cattolica, così anche ora la cristianità doveva ritrovare nella vitalità del Seminario l’impulso a una nuova fioritura di vita cristiana. La situazione anche nella nostra diocesi si era fatta preoccupante: dodici sacerdoti e quindici chierici erano morti in guerra o di epidemia spagnola in conseguenza della guerra; un numero rilevante di seminaristi, specialmente delle classi più giovani del liceo sbalestrati e sviati dalle crude esperienze del fronte e della caserma, avevano abbandonato il Seminario . L’avvenire si prospettava oscuro e difficile.
Per questi motivi il vescovo mons. Luigi Maria Marelli, sentendo aggravarsi ogni giorno di più la situazione religiosa della diocesi, seguendo anche l’esempio di altre diocesi vicine, tra cui Milano, decise nel 1925 di istituire anche nella nostra diocesi l’“Opera delle vocazioni ecclesiastiche” e la volle intitolata al Beato Gregorio Barbarigo, il grande vescovo che nel secolo XVII aveva dato un forte impulso alla pastorale delle vocazioni e aveva profuso notevoli energie per garantire una accurata preparazione alla vita sacerdotale.
In questi lunghi decenni l’Opera ha mantenuto fede al suo mandato grazie alla generosità ed all’impegno di centinaia, migliaia di persone che – soprattutto nell’esperienza straordinaria delle “zelatrici del Seminario ” – non hanno fatto mancare la preghiera, l’esempio di vita cristiana, la generosità necessarie affinché il Seminario operasse al meglio al servizio della Diocesi.
Pur nei più disparati contesti sociali e storici i questi decenni la sorte delle vocazioni sacerdotali ha conosciuto corsi e ricorsi, crisi e riprese che mantengono le loro motivazioni pressoché inalterate rispetto a quelle espresse dal Vescovo Marelli nel 1925 motivando la nascita dell’Opera S. Gregorio Barbarigo. E dunque inalterate rimangono le ragioni e gli scopi del suo esistere.
A distanza di 80 anni l’Opera continua a cercare le vie più adeguate per continuare il suo cammino di fedeltà alla Diocesi ed al Seminario .